TEXAS, U.S.A. - Voci dal Braccio della Morte

          Ultimo aggiornamento: 25/01/2009
   

LA MIA TESTIMONIANZA

di: Robert J. Anderson

Nel gennaio del 1974, avevo l’eta’ di 6 anni. La nostra famiglia frequentava la chiesa metodista nella piccola citta’ dove abitavamo. Fui costretto a frequentarla e venni anche guidato ai virtuosi doveri del coro locale. A quell’eta’ non ero sicuro di cosa volesse dire essere Cristiano. Ero un bambino. Dal lunedi al venerdi la vita era come quella di tutti. Ma alla domenica dovevi vivere nel perfetto stile della chiesa. Continuai a credere questo durante tutto il tempo della mia crescita. Ho vissuto la mia vita facendo quello che volevo io, non quello che ha insegnato Cristo. Per 12 anni, ho vissuto la vita di una persona perversa. Bevevo e assumevo droghe. Ero un marito infedele e vivevo nell’immoralita’ sessuale. Mentivo ai miei genitori. Mentivo anche a me stesso. Andai in debito per tutto cio’ che Dio mi aveva donato. Credevo che tutto mi fosse dovuto, non mi sdebitavo mai nei confronti del Signore. Lo insultavo anche quando le cose mi andavano male.

Poi, un giorno, mi trovai in un posto dove non avrei mai creduto di finire. Ero seduto nella cella di una prigione pensando alle mie possibilita’ di rimanerci. Dopo qualche giorno, la verita’ comincio’ ad apparirmi. La mia vita era crollata per le cose che avevo fatto. Ci avevo messo 24 anni a rovinarmi la vita, e cominciai ad accorgermi di come Cristo fosse la sola persona che poteva aiutarmi.

Avevamo un cappellano in prigione, ogni domenica un cappellano volontario veniva qui a portarci un messaggio. Leggeva da un libro che qualche volta avevo visto, ma che non avevo veramente mai letto. Per circa 6 domeniche ero seduto nella mia cella cercando di sentire, ma ero troppo lontano dalla funzione. Potevo solo sentire i canti. Volevo di piu’. Cosi’ chiesi alle guardie, non potevo frequentare la messa? Ero un detenuto con un trattamento molto severo e non avevo il permesso di trovarmi con gli altri. Venne stabilito che potevo avere una Bibbia. Il cappellano della prigione venne a spiegarmi cosa fosse quel libro. Avevo conosciuto quel libro quando frequentavo la chiesa metodista. Sapevo che era la parola di Dio, ma non vi avevo mai dedicato tempo da quando avevo finito la scuola. Quando me ne ero andato da casa dei miei, l’avevo lasciata li’. Ora, dopo 12 anni di totale fallimento, mi trovavo a cercare una strada per superare il dolore che provavo.

Dopo 6 mesi nella prigione della contea mi trasferirono in un blocco da 6, dove mi fu permesso di ascoltare le funzioni. Sentii parlare di un uomo che era morto per la mia salvezza. Volevo sapere di piu’ su quest’uomo. I miei genitori erano venuti a trovarmi, e a loro chiesi una copia della bibbia. Me ne mandarono una. Ora avevo un modo di conoscere Cristo. Lessi il libro dall’inizio alla fine. Memorizzai anche dei versetti. Pensai di aver appreso il messaggio. Andai al processo e rimasi nella prigione della contea per 19 mesi. Stavo imparando e volevo saperne il piu’ possibile. Poi arrivo’ la data e venni trasferito in un altro carcere. Mi venne assegnato il trattamento standard e il numero. Mi misero in un braccio e mi dettero una cella. Avevo accesso alla TV e potevo sentire la radio. Avevo la Bibbia e ora potevo frequentare le funzioni che volevo. Per 6 mesi andai a tutte le funzioni che potevo.

Poi passai dal comitato di revisione e mi fu detto che potevo passare al programma. Mi misero in una cella con un uomo che non conosceva il Signore e presto mi trovai a perdere interesse. Smisi di andare alle messe e presto ricaddi nelle cose del mondo; spettacoli di sesso e tutte le cose che comporta essere in una prigione. Le cose non andavano bene per me. Mi ero fatto alcuni nemici, non per quello che facevo, ma per l’episodio che mi aveva portato li’. Mi spaventai e presto mi ritrovai di nuovo in isolamento. Mentre ero rinchiuso cominciai ad avere incontri con il cappellano, e mi riavvicinai alla chiesa. Parlavo con un ragazzo nel gruppo che era un predicatore. Era stato ordinato mentre era in cella. Il 14 giugno 1994 ricevetti il Signore come mio salvatore. Questo mi diede la pace e mi salvo’ da una morte nel profondo dell’inferno. Cerco tutti i giorni di servirLo e diffondere il suo messaggio di salvezza per tutti. Ho dovuto finire in prigione con l’accusa capitale di omicidio, e perdere la mia liberta’ per trovare la pace. Spero che chiunque senta o legga tutto questo non debba finire dietro le sbarre per accettare Lui come salvatore. Ringrazio Dio tutti i giorni per il suo amore e il suo perdono. Possiate avere la pace. Accettate Lui ora e non finirete qui.


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